Questo luogo così amato, che vantava di essere stato anche “miracolosamente” salvato da una minacciosa colata lavica nel maggio 1537, venne completamente distrutto il 12 marzo 1669 al secondo giorno della “Grande ruina”, la più sensazionale e catastrofica negli effetti, eruzione etnea di cui l’uomo conservi memoria. In 4 mesi (11 marzo/11 luglio) la colata cancellò interi paesi e trasformò la morfologia del versante sud dell’Etna fino a Catania e al mare.
Nel 1704 una “pia persona” incoraggiò la ripresa degli scavi, indicando il luogo da cui iniziare le ricerche; il 18 agosto, alla profondità di 40 Palmi (circa 10 metri) venne individuata una piccola cavità dove fu ritrovata, seriamente danneggiata e in frammenti, la statua marmorea della Madonna delle Grazie. I frammenti vennero estratti e ricomposti con sapienza e tenerezza, in 40 giorni si costruì una piccolissima cappella in mezzo al deserto lavico (sciara) ed i fedeli cominciarono a percorrere a piedi chilometri tra le lave appuntite ed a tracciarvi viottoli con i propri passi.
Il “trono delle grazie di Maria” cominciò a rinascere lentamente, a metà ottocento si costruì una chiesa più spaziosa e la Sciara divenne pian piano il titolo con cui i fedeli invocano la Madre di Dio in questo luogo ed ottengono grazie spirituali e materiali, legate anche alla fertilità del grembo. Oggi il Santuario dispone anche di una grande aula liturgica che può accogliere oltre 600 fedeli, di diverse sale, di una grande spianata per eventi all’aperto e di molte aree di sosta per l’accoglienza dei pellegrini.
A cavallo tra i secoli XIX e XX, il card. Giuseppe Francica Nava volle e presiedette quattro grandiosi pellegrinaggi Diocesani in condizioni davvero scomode, che non scoraggiarono le migliaia di fedeli, sacerdoti e vescovi partecipanti. Riconoscendo a questo luogo, scevro di decori e di grandi manifestazioni festose, tipiche delle feste patronali cittadine, il carisma di attrarre fedeli provenienti da ogni dove, il cardinale riconobbe con decreto il carisma già “ab immemorabili” di primo Santuario mariano della Diocesi etnea il giorno 1 agosto 1923.
I pellegrinaggi diocesani si ripeterono in occasioni particolari, ma assunsero cadenza annuale a partire dal 900° anniversario di rifondazione della Diocesi (1992).
La terza domenica di agosto e il sabato precedente si fa memoria del prodigioso ritrovamento con celebrazioni di stampo strettamente liturgico e spirituale che vedono l’accorrere di molti fedeli devoti che si assiepano nella grande spianata all’aperto per celebrare l’Eucarestia.
Nel gennaio 1955, dopo 286 anni di innumerevoli tentativi vani e tanta altra preghiera, dentro un’altra grotta lavica. Circa 80 metri più a sud, vennero ritrovate le teste ed altri frammenti dell’altra preziosa opera gaginesca, il gruppo marmoreo dell’Annunciazione. Oggi sono esposte nella piccola sala espositiva attigua al santuario e, pur non costituendo più oggetto di culto, fanno parte del corredo spirituale e artistico del santuario.
Nel 2002 è stata eretta l’associazione “Comunità Fraternità Nostra Signora della Sciara” per la vita spirituale e il servizio ai pellegrini e sono presenti altre proposte pastorali per la promozione della vita cristiana e del culto mariano mompilerino.
Il Santuario, in comunione con tutta la Chiesa diocesana, si prepara a celebrare un giubileo nel 2023 per ricordare il primo centenario di erezione canonica.
La discesa alla Grotta del Ritrovamento e la risalita verso il simulacro custodito nel Santuario è un vero e proprio percorso del cuore, della mente, dello spirito. Il messaggio di Maria a Mompileri emerge spontaneo ed echeggia in questo eremo donato da Dio alla grande città: ritrovare (se stessi, l’immagine creaturale di Dio e il dono di grazia battesimale, i fratelli), risalire (liberarsi dal peccato, da schiavitù e dipendenze) sperare (riprendere fiducia e nuovo vigore nel cammino), ricomporre in unità (in me stesso, in famiglia, in comunità e in società), contemplare (ritrovare la dimensione simbolica della realtà), discernere (scavare dentro di me e dentro le pieghe della storia per leggervi il progetto misterioso di Dio che mi si manifesta), ricostruire… L’evento trova la sua chiave di interpretazione nella Parola di Dio, nella sana tradizione di fede del popolo di Dio e si manifesta nella sua carica storico-salvifica; Maria ci invita a conservarlo ed a meditarlo nel cuore.
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